Liste civiche – documento approvato nella riunione del 26 maggio 2012 – Firenze, SMS Andrea Del Sarto
1) Il nostro convegno si svolge in una situazione per molti versi drammatica, in un’Italia investita sia dalla crisi economica e finanziaria che da catastrofi naturali che da minacce terroristiche sempre in agguato.
2) Questo comporta il dovere di un impegno addizionale per tutti, di partecipazione alla vita politica e sociale del nostro Paese.
3) Bando quindi ad ogni assenteismo, in particolare in occasione delle elezioni, che devono rappresentare quanto di più importante c’è nel rapporto tra cittadini e le istituzioni. L’assenteismo è dovuto al disorientamento di fronte alla crisi della politica e ai tanti episodi di gravissimo malcostume che si sono verificati: ma questo stato di cose possiamo e lo dobbiamo cambiare.
4) La condizione che accomuna i presenti, al di là delle loro provenienze o appartenenze, è il fatto di essere stati eletti nei consigli comunali grazie a liste civiche, senza avvalersi di liste e di designazioni di partiti. Ciò, in un momento di crisi dei partiti e della rappresentanza, costituisce un momento di stimolo al rinnovamento, all’affermazione di una nuova classe dirigente, a un ritrovato interesse intorno alle istituzioni e alla loro vita.
5) Liberalizzare la politica è lo slogan di questo convegno, per il comune rifiuto di quell’involuzione dei sistemi elettorali che ha portato al porcellum su base nazionale e prima ancora al sistema delle liste bloccate su scala regionale toscana. Riteniamo quindi assolutamente indispensabile procedere ad una riforma elettorale che dia ai cittadini la possibilità di scegliere i loro eletti, di riconoscersi in questi, o di contestarli direttamente qualora la loro azione non risultasse soddisfacente.
6) Rileviamo con preoccupazione che passano i mesi, e nonostante dichiarazioni di buone intenzioni non si procede in questo senso. Bisogna invece farlo subito, in modo che il sistema politico e la volontà di partecipazione possano avere di fronte un sistema elettorale aperto e certo e non l’attuale indefinito ed incerto futuro. Si ha invece l’impressione che si spari tanto più in alto da parte di chi le cose le vuole lasciare come sono, cioè con l’inaccettabile porcellum.
7) Si ritiene che il sistema più adatto al nostro paese, in questo difficile momento, sia il ripristino del sistema uninominale, possibilmente con il doppio turno, in modo da legare gli eletti al territorio e di avere convergenze al secondo turno aperte, chiare e trasparenti. L’attuale sistema dei rimborsi elettorali, che si è prestato in questi anni ad abusi scandalosi, va non dimezzato ma simbolicamente abrogato, destinando la rata di luglio, che risulterebbe eliminata, a Polizia, Carabinieri e vigili del fuoco, per tutelare la nostra sicurezza.
8) Solo dopo che si è portata a termine una sana riforma elettorale, si può verificare la possibilità di forme di supporto a chi deve effettuare campagne elettorali ed affrontare il relativo dibattito in modo da evitare inaccettabili sperequazioni di disponibilità finanziarie. (Messa a disposizione di servizi, spazi televisivi e quant’altro).
9) Nel contempo, occorre procedere alla necessaria riforma costituzionale, tagliando il numero dei parlamentari in modo da tener conto dell’ormai pluridecennale realtà delle Regioni e quindi dell’abolizione di un anacronistico bicameralismo perfetto..
10) Questo quattro provvedimenti (abrogazione dei rimborsi elettorali, riforma elettorale e reintroduzione di rimborsi delle spese elettorali che siano veramente tali e taglio dei parlamentari), deve costituire una salutare scossa per riattivare il circuito istituzioni-partecipazione. In tal senso le Camere quest’estate potrebbero limitare al massimo i giorni di ferie e lavorare a pieno ritmo per conseguire questi obiettivi.
11) Le elezioni amministrative del 6-7 e 20-21 maggio 2012 hanno dimostrato che il sistema politico elettorale della II Repubblica è indubbiamente finito.
12) Noi non ci prestiamo al gioco di veder trasformare in civiche formazioni politiche che hanno subito sconfitte elettorali e che cercano in questo modo un camuffamento e una riqualificazione: il civismo è e deve rimanere tale.
13) Alla luce delle esperienze compiute nei Comuni, riteniamo che sia assolutamente legittimo che le liste civiche discutano dei contenuti delle politiche regionali e nazionali.
14) È su questa base che si potrà poi verificare se le liste civiche si proporranno di influenzare i programmi di forze politiche esistenti, o se dovranno trovare la strada di una loro partecipazione diretta alle elezioni.
15) L’attenzione internazionale, europea e nazionale in questa situazione di recessione è diretta sulla crescita senza la quale il rigore rimane fine a se stesso. Abbiamo appreso che il Governo ritiene di poter stanziare 100 miliardi in grandi opere. Ci domandiamo il perché non si possa fare un congruo stanziamento per aumentar le difese del territorio, difendere e sviluppare i beni culturali e ambiente, potenziare al massimo quella filiera istruzione-Università-ricerca-beni culturali-cultura in genere, che rappresenta un grande punto di forza per il nostro Paese in senso lato.
16) Siamo convinti che l’Italia ha ancora grandi potenzialità nell’industria manifatturiera e nelle esportazioni. Dobbiamo quindi, con politiche fiscali ed economiche adeguate, difendere le nostre imprese e con esse il lavoro delle nostre lavoratrici e dei nostri lavoratori, in modo da impedire che questo periodo di rigore segni la distruzione di parti importanti dell’apparato produttivo italiano, a tutto beneficio dei nostri competitori.
17) Proprio perché ribadiamo la nostra fede nel sistema democratico, intendiamo continuare in questa mobilitazione riconvocandoci in assemblee sempre più vaste, in modo da sviluppare un grande movimento nel Paese per ottenere anche a livello nazionale quella liberalizzazione della politica che le recenti elezioni amministrative hanno dimostrato possibile, rovesciando con il voto dei cittadini situazioni e previsioni consolidate.
18) La nostra attenzione e il nostro impegno si dirige in particolare sui giovani.
“si stanno formando e consolidando piattaforme interessanti e condivisibili, come quella di giovani2.0, che si sono riuniti qui a Firenze, e che hanno aperto un sito web www.italia2022.it.
Italia 2022 narra esperienze di autonomia dei giovani, partendo dalle buone pratiche e dai successi che in questa difficile congiuntura qualcuno riesce a conseguire. Narra anche le difficoltà di una intera generazione, e la mancanza di azioni di valorizzazione di un grande capitale umano collettivo. Si tratta di un interessante tentativo per aprire nuove forme
di discussione e condivisione circa l’inclusione di una generazione, quella giovanile, nelle dinamiche decisionali e programmatiche dell’economia e della società. In sintesi, il tentativo di una nuova forma di partecipazione alla vita istituzionale.
19) I presenti riaffermano la necessità di sviluppare tutte le implicazioni dell’art.5 della Costituzione in tema di ruolo e di poteri dei Comuni.